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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Figli di Sardegna (*)

Vai, amica, vai,
con le ali d’amore
e porta un saluto
ai figli di Sardegna
emigrati nel mondo
per un pezzo di pane
negato nella loro terra.

Vai, nei luoghi impervi
dove regna la disperazione
a lenire, con parole di conforto,
i cuori in tormento.

Vai nella miniera di Marcinelle,
nelle distese pianure lombarde,
dove regna la nebbia,
e nelle fabbriche, dove regna il dolore.

Vai, amica, vai,
in tutti questi luoghi
e semina i ricordi
delle aie allegre
piene di canti e d’amore
per i nostri emigrati.

Vai, col vento giusto
nei sentieri del mondo
e semina il conforto
tra i fratelli emigrati.
Vai… vai… vai…,
con la bisaccia colma
di suoni e di canti
della nostra terra
e abbraccia quei fratelli
e porta loro l’allegria
perché possano vincere
la grande nostalgia
che hanno nel cuore,
i figli di Sardegna.

Vai… Vai, porta loro
questo radioso mattino di sole
e gli odori del Campidano,
e della Barbagia, e del Logudoro.

Vai, con sogni nuovi
pieni di certezze
e accendi luci di speranze
nei loro cuori d’emigrati.

Vai… E non dimenticarti
di quei Camposanti
senza sole e senza pianti.

Vai… E deponi una preghiera
per quei fratelli sfortunati
che non torneranno … mai.

(*) 1º premio concorso letterario "Su Fermentu", Città di Sinnai, 1998.

Traduzione in italiano, dell’autore, dal testo originale in sardo (Fillus de Sardigna).


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Aggiornamento pagina: 06/01/2008
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