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Gabriele Ortu
poesie e altri scritti
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Gli abitatori della nave corsara (*)
– Stupendo, meraviglioso, limpido, calmo, trasparente, salso nel giusto modo…
– Questa vaneggia… Che dici, amica?
– Sto facendo un elenco di aggettivi per costruire un monumento al mare pulito, cara.
– Mare pulito? Ma tu scherzi? È inquinato dappertutto!
– Non esageriamo… Forse tu vieni da lontano… Ma, hai dato un’occhiata in giro? Vedi, qui… se mi riesce di fare il monumento, noi ci salviamo.
– Beh, veramente sono appena arrivata. Anzi sono di passaggio, per dire la verità. Ho sostato solo perché ho sentito la tua voce. Non sentivo una voce così squillante da tanto tempo.
– Grazie per il complimento. Mi spiace non potertelo ricambiare: la tua voce è rauca. Scusa la mia crudezza.
– Non preoccuparti. Piuttosto senti una cosa: mi ha incuriosito il fatto che tu voglia costruire un monumento con gli aggettivi.
Mai sentito nulla del genere nella mia vita. Ma come è possibile costruire un monumento con degli aggettivi? Spiegami.
– Un momento, un momento, scusami, cara. Color cobalto, blu marino… Sì, questi vanno proprio bene. Sai, ho avuto tante sofferenze e se non scrivo subito ciò che mi viene in mente lo dimentico.
– Ti ho chiesto come fai a costruire un monumento al mare con soli aggettivi.
– Veramente non ho ancora le idee chiare. Ci devo pensare…
– E allora non ti pare che stai perdendo tempo, ad elencare tutti questi aggettivi, se poi non sai dove metterli?
– Eh no, cara. Io non so bene come riuscirà il monumento, perché non dipende solo da me. Ma per quanto riguarda gli aggettivi, le mie idee sono più che chiare. Me ne servono altri, ma che siano veramente belli, piacevoli, di gradimento taglienti. Devono far colpo, ma soprattutto devono essere veri, sinceri, reali, e non accetto sinonimi perché questi hanno sempre delle sfumature che possono alterare ciò che io intendo creare.
– Forse ti sfugge che per realizzare un progetto occorrono sempre degli strumenti. Il pittore ha bisogno di una tela, di colori, di un pennello; lo scultore di un masso, di uno scalpello, di un martello…
– Lo so. A me servono solo gli aggettivi. Ognuno plasma la materia che gli è più congeniale. Io preferisco la parola. Senza non saprei proprio come costruire il mio monumento, anzi mi è impossibile. Il tuo, è solo un discorso da materialista.
– Senti, qui il materialismo proprio non c’entra. Bisogna essere concreti: nessuno, che io sappia, è mai vissuto di parole. Tu stessa hai bisogno di mettere qualcosa sotto i denti per campare, altrimenti è la fine: morirai.
– Certo che bisogna mangiare per vivere, ma è cosa diversa dal vivere per mangiare. E poi c’è modo e modo di nutrirsi, non ti pare? Si può morire anche a pancia piena, anzi, il più delle volte. Sappi, inoltre che non si vive di solo pane, e chi lo disse aveva le sue buone ragioni.
– Tu potrai portarmi tutte le argomentazioni che vuoi, ma non riuscirai a convincermi. Un monumento così, come intendi costruirlo tu, non si potrà mai realizzare. Secondo me tu vivi nelle nuvole, altro che monumento al mare pulito.
– È proprio vero… Il mondo è pieno di imbecilli. Che strano tipo… Pescoso, pescoso, anzi molto pescoso. Ecco un bell’aggettivo per il mio capolavoro. E secondo te, io vivrei nelle nuvole? Svegliati, svegliati, amica.
– Ma certo, ma certo. E non credi che ti serva anche della sabbia, delle pietre, e forse anche qualcos’altro?
– Giusto! Hai ragione. Ci vogliono gli aggettivi anche per la sabbia. Devono essere scelti anch’essi. Devono essere piacevoli a pronunziarsi, squillanti, tersi, sani, pieni di vita. Un bel monumento ha bisogno di tanti aggettivi che lo illuminino, che lo facciano risplendere, che lo rivelino da lontano. Deve contenere il bello in sé, deve emanarlo. Deve affascinare lo spettatore.
Deve catturarlo con il potere magico degli aggettivi. Sai, sceglierò per la sabbia: fine e pulita. Già soprattutto pulita. Anzi, sai che ti dico, questi due aggettivi li metterò al superlativo: finissima e pulitissima. Mi danno l’impressione che riflettano maggiormente la luce. Forse potrei metterli come cornice al mare o meglio come passe-partout. Sì, deciso. Questi due superlativi sono indispensabili. Senza di essi il monumento non si regge. Non è fruibile. Quasi non ha senso.
– Per me sei totalmente pazza! Aggettivi al posto della sabbia? Una spiaggia di aggettivi: ce ne vuole di fantasia. E, visto che ci sei, perché non ci mette anche un po’ di verde? Magari verde chiaro, non ti pare? O forse verde cupo?
– È una buona idea. Bene, benissimo. Troviamo gli aggettivi giusti. Lussureggiante, rigoglioso, verdeggiante, fiorito e profumato. Ecco un bel colpo d’occhio da foresta amazzonica! Una cornice stupenda al mio monumento. Mi sta bene. Lo lascio così.
Un ritocco, anche il più piccolo, potrebbe guastare tutto.
– Fantasia la tua. Tutta fantasia. Vuoi fare un monumento e parli di cornice, di passe-partout, per me sei fuori senno, non connetti.
– Scusami, ho un po’ le idee confuse. Ora lasciami riepilogare. Limpido, trasparente, calmo, salso, blu, pescoso e per il mare aggiungerei anche cobalto. Per la sabbia, finissima e pulitissima, vanno benone. Lussureggiante, rigoglioso, verdeggiante, fiorito e profumato sono tutti eccellenti per il verde. Sì, vedo già un bel bozzetto. Quasi ci siamo. Che te ne pare? Che ne dici?
– Come tu faccia a vedere un bozzetto proprio non lo capisco.
Sai, comprenderti mi è abbastanza difficile… Ma ti confesso che questo tuo entusiasmo mi dà un senso di benessere fisico. E poi mi incuriosisce questo tuo progetto, anche se non ci credo.
– Bene, allora ho fatto centro. Ora non mi resta che dare ordine all’idea. Un momento, però… scordavo la targa da porre alla base e la scritta. Già, la targa… Ci vuole e deve essere di materiale incorruttibile. Il monumento è destinato soprattutto alle future generazioni. Altrimenti che razza di opera sarebbe?
Ci vuole qualcosa che duri nel tempo, non un lavoro improvvisato.
– Certo, certo. Puoi farla d’oro, se vuoi, di platino anche. Tanto non spendi nulla!
– Vedo che finalmente sei d’accordo. E per la scritta cosa mi consigli?
– Scrivici: al mare. E sotto la tua firma. In fondo l’opera è frutto della tua genialità, non ti pare?
– Ma allora tu non hai capito un bel niente! Prima di tutto il monumento non è solo al mare, ma al Mare Pulito, che è ben altra cosa. E poi non ad un mare qualsiasi, ma al mio mare: il mare di Sardegna. Ma perché credi che io abbia scelto tutti quegli aggettivi? E poi mettere solo la mia firma non serve a nulla: ci vogliono tante firme. Prime fra tutte le nostre, quelle di tutti i sardi, e poi anche quelle di coloro che verranno ad ammirare il monumento. Devi sapere che, se la cosa riesce secondo i miei intendimenti e gli aggettivi rimangono come io li ho sistemati, saranno centinaia di migliaia i visitatori. E a tutti sarà permesso di apporre la loro firma sul monumento, ma ad una condizione. Che usino solo vernici dai colori tenui che non lascino impronte e non deturpino gli aggettivi, con i quali con tanto amore l’abbiamo costruito. Se riusciamo a far sì che tutti lo rispettino e lo amino, noi avremo l’ammirazione del mondo intero. Ora dobbiamo vigilare attentamente perché nemmeno uno degli aggettivi venga minimamente alterato. Faranno di tutto per portarci via il nostro monumento, ma noi lotteremo contro chiunque osi imbrattarlo. L’abbiamo costruito per godercelo e per farlo godere, ma soprattutto abbiamo l’obbligo di custodirlo intatto per i nostri figli. Ricordalo! Ricordiamolo tutti!
– Cara, sono qui da un bel pezzo, ora devo andare. Continuerò il mio viaggio di esplorazione in questo mare e non è detto che non ci si incontri ancora. Ciao, pazza cernia che desideri un mare pescoso. Racconterò a tutti la tua storia e parlerò del tuo monumento e dei tuoi castelli in aria. Ciao.
– Ehi, amica. Io per te sarò pazza, ma ricorda che con l’astuzia ed un po’ di fortuna riuscirai a sfuggire all’insidioso amo del pescatore. Ma con il mare inquinato non hai scampo né tu, né il pescatore… Spero ritornerai per vedere il mio monumento, sempre che mi riesca di inaugurarlo. Sono certa che allora cambierai opinione. Come pure sono certa che se ti tratterrai nei dintorni la tua voce rauca cambierà di tono e avrà una nota degna dell’ambiente. Ciao, amica cernia e buona fortuna.